Per un approfondimento sulla vita di coppia, puoi leggere l’articolo cliccando qui.
2,600 Visite totali, nessuna visita odierna
Per un approfondimento sulla vita di coppia, puoi leggere l’articolo cliccando qui.
2,600 Visite totali, nessuna visita odierna
CHE COS’E’ LA DIMENSIONE DI COPPIA?
La vita di coppia ha sicuramente degli aspetti positivi, momenti felici, forti emozioni, sicurezza e stabilità dall’altro lato stare in coppia comporta anche molta fatica, la fatica di convivere con l’altro diverso da sé attraverso compromessi e sacrifici.
Nonostante tutto la Psicologia dell’Evoluzione ci da una buona notizia: gli esseri umani sono geneticamente destinati ad innamorarsi ma per essere una coppia soddisfatta bisogna mettersi in coppia per realizzarsi come persone, intelligenti, libere e creative. La coppia così diventa comunione di due persone libere, il convivere di due differenze e di due progetti. La diversità in questo caso non è una minaccia ma la sua risorsa perché è vitalità, spinta, arricchimento, confronto.
Due persone che possono rimanere se stesse, distinte, si stimano perché si sentono accolte, mentre l’assorbimento l’una dentro l’altro è causa di stagnazione, stanchezza e poi rifiuto.
QUALI SONO GLI ELEMENTI DETERMINANTI PER UNA COPPIA?
Secondo Sternberg, vi sono tre elementi determinanti in una coppia:
I fattori cognitivi sono importantissimi: “ti conosco e mi stai bene per quello che sei”. E’ il presupposto più importante per essere certi che quella con cui stiamo è effettivamente la persona con la quale si vuole condividere il destino.
QUAL’E’ IL CICLO VITALE DI UNA COPPIA?
In questa fase si vedono sole le cose belle, le affinità, l’altro viene idealizzato ed è perfetto, ovviamente tutto questo è un’illusione e più idealizziamo l’altro e più verrà poi svalutato. In questa fase è molto forte la passione e l’eros.
Ora s’inizia a vedere lo sfondo, le manchevolezze, le differenze ed iniziano i conflitti. Spesso in questa fase si vedono solo gli aspetti negativi.
Dopo aver affrontato le difficoltà e la delusione se la coppia riesce a vedere sia gli aspetti negativi sia quelli positivi allora dura e va avanti.
Questa è la fase del disincanto, dell’esplorazione, delle richieste al partner, la coppia è fortemente competitiva e avvolte priva di connessione emotiva.
Si accetta la realtà e il legame imperfetto. Non si cerca più di cambiare l’altro ma lo si accetta così com’è . C’è equilibrio tra il bisogno di appartenenza e quello di libertà.
COSA DEVE POSSEDERE UNA COPPIA SODDISFATTA?
La maturità sufficiente di ogni individuo. Un’identità ben definita. La parità nel rapporto con condivisione e solidarietà. Attrazione fisica, ci si deve piacere, deve esserci un sentimento d’amore e i fattori cognitivi.
Nell’amore autentico il soggetto amante desidera il bene dell’altro più del proprio, l’altro non è amato perché utile o gratificante, ma per quello che è in sé stesso, a prescindere da ciò che fa per colui che lo ama.
C’è bisogno che ci siano quattro condizioni essenziali:
COSA MI FA SENTIRE AMATO? COME POSSO DIMOSTARLO? SCOPRI IL TUO “LINGUAGGIO D’AMORE”
Ciascuno comunica in modo diverso. Non si può dire che una forma di comunicazione sia migliore dell’altra. Il trucco è: dobbiamo imparare come si fa a sentire ciò che l’altro sta dicendo.
Gary Chapman, sostiene che ci sono cinque modalità, che egli chiama “linguaggi”, per comunicare il nostro amore, e fra essi ci sarà sicuramente il nostro preferito e vogliamo piuttosto che l’amore ci venga comunicato in tale modo.Vediamo quali sono:
Mark Twain una volta ha detto: Posso vivere 2 mesi per un buon complimento. Le Frasi del tipo «Come sei bella, quanto cucini bene, sei una mamma eccezionale», oppure «Sei molto intelligente, sei bravissimo nel tuo lavoro, quella mensola che hai montato è perfetta» fanno sentire la persona amata.I commenti positivi allietano la nostra routine, perché ci infondono sicurezza e innalzano la nostra autostima. Lui/lei ci ama perché ci apprezza. E noi ne andiamo fieri.
Tempo di qualità è di più che solo l’essere presente. Significa che presti tutta la tua attenzione al tuo coniuge, è il tempo qualitativamente dedicato alla persona amata. Si può vivere 24 ore su 24 fianco a fianco, ma se ognuno è preso dalle proprie attività senza dedicare un momento al coniuge in fondo è come se si vivesse da soli. Dare tempo di qualità vuol dire vicinanza, prestare attenzione esclusiva, ascoltare sinceramente i bisogni dell’altro.
Ci sono coniugi che reagiscono particolarmente bene a segni d’amore visibili. Se tu parli questo linguaggio d’amore, allora avrai la tendenza a considerare ogni regalo come un’espressione d’amore e di devozione. In questi casi bisogna considerare il gesto, e non la cosa materiale, quindi piuttosto che comprare regali costosi si può persino far trovare un biglietto con una frase d’amore personale al proprio coniuge, che varrà più di qualsiasi gioiello milionario. Nello specifico: se portare a casa dei fiori per la propria moglie rappresenta un gesto importante, sorprendente, farle recapitare gli stessi mentre è al lavoro o a un incontro con le sue amiche avrà un impatto ancora più forte, perché il regalo in pubblico, magari sotto gli occhi degli amici, fa aumentare l’importanza del gesto e dunque persino il suo significato. Persone che parlano questo linguaggio d’amore spesso hanno l’impressione che la mancanza di regali rappresenta una carenza d’amore da parte del loro partner. Fortunatamente questo linguaggio d’amore è uno dei più facili da imparare.
A volte l’eseguire un semplice lavoro di casa può essere un autentico gesto d’amore e una forte espressione d’amore e di devozione verso il tuo coniuge.Caricare la lavatrice o lavare i piatti sono atti che possono dimostrare alla persona che ci sta accanto che non è sola, che siamo disposti ad aiutarla perché nella condivisione è utile non caricare di lavoro domestico soltanto una persona. La chiave della comunicazione è osservare e passare all’azione senza attendere che ci venga chiesto.
Molti coniugi si sentono particolarmente amati tramite il contatto fisico da parte del loro partner. Per una persona che parla intensamente questo linguaggio d’amore, il contatto fisico può determinare la continuazione o la rottura della relazione. Può essere una dolce carezza mentre stai passando vicino al tuo tesoro; un abbraccio prolungato che promette di più; un bacio veloce sulla guancia per dire un ciao; tenersi per mano in un luogo pubblico; coccolarsi mentre si sta guardando un film insieme. Il contatto fisico è un modo per far ricordare alla persona che sei qui per lei, che non è sola. Il rapporto sessuale fa sentire sicuri e amati molti coniugi. Tuttavia questo è solo uno dei molti dialetti del contatto fisico.
Bisogna esercitarsi con pazienza nell’utilizzo dei vari linguaggi d’amore. Cercare di scoprire al quale si reagisce maggiormente, e quale di questi linguaggi si riesce ad esprimere più facilmente.
Bisogna comunque imparare insieme quindi vi auguro BUON LAVORO!
Prova a fare il questionario: La mia Coppia! clicca qui!
2,620 Visite totali, nessuna visita odierna
Il questionario potrà aiutarvi a capire in quale momento del processo di lutto vi trovate. Selezionate se l’affermazione è vera oppure falsa rispetto al vostro sentire. Alla fine troverete un’indicazione della fase che maggiormente si avvicina al vostro stato d’animo e all’evoluzione del vostro processo di lutto. E’ possibile che siano contemporaneamente presenti le caratteristiche di più fasi, è normale perché il passaggio da una fase all’altra del processo del lutto non è schematico e d è frequente che fenomeni e sentimenti di fasi diverse si sovrappongano.
Prevalenza risposte A:
Lo shock del trauma che avete subito è ancora forte. In momenti come questi si fa fatica ad accettare la realtà dell’evento. E’ normale sentirsi storditi e confusi.
Prevalenza risposte B:
I momenti della turbolenza emotiva sono fatti di tanti sentimenti contrastanti e dolorosi. Sono il segno di quanto profondamente siete stati colpiti. La sofferenza è quindi inevitabile ed è normale sentire ondate di pena, tristezza, desiderio di dimenticare, colpa, rabbia…Sono emozioni difficili da sopportare ma non sono inutili: possono aiutarvi a capire e a dar valore a ciò che avete perduto, a riadattarvi al mondo e a trovare nuove energie vitali.
Prevalenza risposte C:
la pena e la tristezza sono i sentimenti che predominano in questo momento. Anche se ora vi sembra che dureranno in eterno non è così. Sono solo il segno che vi state rendendo conto dell’entità e del valore della vostra perdita. Quindi è normale che siate tristi. Non cercate di nascondere la penaa, la tristezza, il pianto. Anche se non è facile, questi sentimenti vanno riconosciuti e accettati ma , soprattutto, non vanno nascosti. Parlarne con persone care e riuscire ad esprimervi vi aiuterà a ridurre la sofferenza.
Prevalenza di risposte D:
Il dolore e la reazione emotiva durano ormai da troppo tempo e sono diventati troppo intensi per gestirli con le vostre sole forze. Avete bisogno di aiuto, di un supporto o di un intervento qualificato. Rivolgetevi con fiducia ad uno psicologo che possa aiutarvi a superare queste difficoltà.
Prevalenza di risposte E:
Sembrate ben avviati nel cammino verso la risalita e verso la ripresa di una vita normale. Vi state riadattando alla quotidianità, nonostante la sofferenza e la perdita. Non dovete preoccuparvi se ultimamente passate periodi più o meno lunghi senza pensare alla persona amata. Il miglior modo per dimenticare è ricordare, ma senza accanirsi a voler ricordare a tutti i costi. La persona amata sta trovando pian piano un posto stabile nel vostro cuore e nella vostra mente.
2,984 Visite totali, nessuna visita odierna
Per un chiarimento sul concetto di assertività e sul come migliorarla, puoi approfondire leggendo un articolo cliccando qui!
3,287 Visite totali, nessuna visita odierna
Per un approfondimento sul concetto di autostima, puoi leggere l’articolo cliccando qui.
3,898 Visite totali, nessuna visita odierna
Per capire cosa intendiamo per stress e come prevenirlo, puoi leggere un articolo cliccando qui!
3,773 Visite totali, nessuna visita odierna
Il lutto è definibile come uno stato psicologico conseguente alla perdita di un oggetto significativo, che ha fatto parte integrante dell’esistenza. La perdita può essere di un oggetto esterno, come la morte di una persona, la separazione geografica, l’abbandono di un luogo, o interno, come il chiudersi di una prospettiva, la perdita della propria immagine sociale o un fallimento personale.
Nel caso di un decesso, in genere il lutto è tanto più difficile da superare quanto più improvvisa è stata la morte, quanto più sano e giovane era il defunto e ciò soprattutto se chi sopravvive può attribuirsi qualche colpa dell’accaduto.
L’elaborazione del lutto passa attraverso fasi ben precise pressoché simili nelle diverse culture, uno dei più noti esponenti dei death studies è Elisabeth Kübler-Ross, medico, psichiatra e docente di medicina comportamentale in Svizzera, considerata la fondatrice della psicotanatologia. Nella sua “teoria a cinque fasi” elaborata nel 1970, l’autrice parla di “fasi” e non “stadi”, perché presuppone la possibilità che i diversi momenti possano sovrapporsi, ripresentarsi, non presentarsi con uguale intensità e senza un preciso ordine. Questo modello permette di capire sia le dinamiche mentali più frequenti della persona a cui è stata diagnosticata una malattia terminale sia ogni volta che ci sia da elaborare un lutto. Per lei il “lavoro di elaborazione del lutto” è come un percorso che si snoda secondo i seguenti punti:
I COMPITI ELABORATIVI DEL LUTTO
1)Accettare la realtà della perdita: confidarsi con familiari e amici, condividere la propria sofferenza, parlare con la persona scomparsa ricordando episodi o aneddoti della vita passata insieme, chiedersi cosa la persona scomparsa avrebbe pensato o detto, chiedere scusa e scrivere una lettera.
2)Elaborare le emozioni e il dolore della perdita: riconosce e gestire i sentimenti e le emozioni affrontando i sentimenti senza anestetizzarli. Curare la prioria persona, rispettare orari, impegni regole alimentari ritmi del sonno. Aiutarsi con distrazioni o attività fisiche per ridurre le tensioni.
3)Riadattarsi al proprio contesto sociale: Recuperare la fiducia negli altri e in se stessi. Ricostruire nuovi significati, trovare nuovi stimoli. Riprendere le relazioni sociali, le abitudini e gli impegni. Chiedersi cosa sto facendo di positivo ora per me.
4)Reintegrare la persona perduta nel nostro mondo interno: Trovare un posto dentro di noi per la persona perduta, farli vivere nella nostra mente e nel nostro cuore. Provare gratitudine per il tempo passato insieme alla persona scomparsa facendola diventare parte di noi.
“SOLTANTO COLORO CHE EVITANO L’AMORE POSSONO EVITARE IL DOLORE DEL LUTTO. L’IMPORTANTE E’ CRESCERE, ATTRAVERSO IL LUTTO E RESTARE VULNERABILI ALL’AMORE!”
-J.Bratner-
Se vuoi vedere in che fase di elaborazione del lutto ti trovi fai il test e clicca qui!
2,866 Visite totali, nessuna visita odierna
Senza stress non si vive anzi di più senza stress non esisterebbe il genere umano quindi si vive di stress, esso è essenziale e funzionale alla sopravvivenza perché ha consentito l’adattamento evolutivo dell’uomo. Ogni età, cambiamento, fase dell’esistenza comporta uno stress potenziale: sin dai primi istanti della vita un neonato è stressato per il solo fatto di dover imparare a respirare.
Adattarsi alle sollecitazioni è parte integrante della vita. Ecco perché una piccola dose di stress fa da propulsore, esso infatti aumenta concentrazione, percezione, vigilanza, memoria e apprendimento. Certo che questo dipende da come si vivono gli eventi stressanti.
Ogni agente stressante che colpisce un individuo può provocare due reazioni, una positiva e rigenerativa, una risposta fisiologica, esclusivamente adattativa chiamata eustress che è ad esempio la fatica di chi s’impegna ma realizza qualcosa, ed una negativa, che avviene in condizioni di “discrepanza” tra lo stimolo e la risposta, cioè quando le richieste ambientali vanno oltre le reali capacità dell’individuo di farvi fronte, determinando una maggiore vulnerabilità allo sviluppo di malattie chiamata distress che ad esempio capita a chi va in pensione.
Lo stress è considerato “la risposta biologica aspecifica” del corpo a qualsiasi richiesta ambientale e gli stressor sono i vari tipi di stimoli o agenti che suscitano tale reazione. È detta anche sindrome generale di adattamento, si compone di tre distinte fasi:
Per quanto riguarda le varie tipologie di stress negli anni 60, Holmes e Rahe hanno messo a punto una scala gerarchica dei vari eventi stressanti che vanno dal più grave, la morte del coniuge, al meno grave, lievi violazioni della legge. Hanno inoltre valutato, secondo il punteggio, la possibilità di ammalarsi. Con oltre 300 punti in 6 mesi il rischio è dell’80%,da 150 a 200 c’ è il rischio del 50% ed è del 30% se i punti sono meno di150.
Morte del coniuge | 100 |
Divorzio | 73 |
Separazione coniugale | 65 |
Condanna alla reclusione | 63 |
Morte di un familiare | 63 |
Malattia | 53 |
Matrimonio | 50 |
Perdita del lavoro | 47 |
Riconciliazione con il coniuge | 45 |
Pensionamento | 45 |
Problemi di salute di un familiare | 44 |
Gravidanza | 40 |
Problemi sessuali | 39 |
Cambiamenti importanti nel lavoro | 39 |
Cambiamento situazione economica | 39 |
Morte di un amico | 37 |
Cambiamento tipo di lavoro | 36 |
Discussioni coniugali | 35 |
Contrarre un grosso debito | 31 |
Impossibilità di restituire un debito | 30 |
Cambiamento di responsabilità | 29 |
Figlio che lascia la casa | 29 |
Successi personali | 28 |
Moglie che inizia o smette di lavorare | 26 |
Frequentare una nuova scuola | 26 |
Lasciare la scuola | 26 |
Cambiamento del tipo di vita | 26 |
Cambiamento abitudini personali | 24 |
Problemi con il datore di lavoro | 23 |
Cambiamenti orari di lavoro | 20 |
Cambiamento di casa, trasloco | 20 |
Cambiamento delle attività sociali | 18 |
Contrarre un piccolo debito | 17 |
Cambiamenti dei ritmi del sonno | 16 |
Cambiamenti abitudini alimentari | 15 |
Vacanze | 12 |
Natale | 12 |
Piccole infrazioni alla legge | 11 |
Lo stress viene vissuto dall’uomo su un piano emotivo e fisico.
Le reazioni emotive sono:
Le reazioni fisiche allo stress sono:
Cosa puoi fare per ridurre lo Stress!
Pensi di essere stressato? Fai subito il test per misurare il tuo stress. Clicca qui.
3,094 Visite totali, nessuna visita odierna
“L’assertività è la capacità del soggetto di utilizzare in ogni contesto relazionale, modalità di comunicazione che rendano altamente probabili reazioni positive dell’ambiente e annullino o riducano la possibilità di reazioni negative”.
L’assertività è uno stile relazionale/comunicativo che permette all’individuo di esprimere le proprie opinioni, le proprie emozioni, i propri punti di vista senza prevaricare né essere prevaricati.
Più precisamente possiamo dire che l’assertività è la capacità:
Il comportamento assertivo è un comportamento responsabile che si distingue:
Il comportamento assertivo è invece un comportamento partecipe: attivo non reattivo, un atteggiamento responsabile caratterizzato dalla fiducia in sé e negli altri, una consapevole manifestazione di se stessi: affermazione dei propri diritti senza negare quelli altrui, senza ansia né sensi di colpa, una capacità di comunicare i propri sentimenti in modo chiaro, diretto e rispettoso, senza minacce e aggressività.
Come essere più assertivo!
E IN FINE Impara ad usare il MESSAGGIO IO:
ESEMPIO: “il fatto che tu mi interrompa continuamente quando parlo (comportamento) mi irrita (sentimento) perché mi fa dimenticare alcune cose che volevo dirti a proposito del nostro lavoro ( effetti).”
Fai subito il test per misurare la tua Assertività. Clicca qui!
3,137 Visite totali, nessuna visita odierna
L’autostima è un concetto soggettivo che riguarda la valutazione che ogni individuo ha di se stesso in base al grado di fiducia che ha nel proprio valore, nelle proprie capacità e nella propria importanza. Significa avere fiducia in se stessi! E’ semplicemente una stima, una valutazione, o se vogliamo la risposta alla domanda: ”Cosa penso di me?”.
L’autostima dipende sia da fattori interni, ossia dalla visione soggettiva che l’individuo ha di se stesso e della realtà, sia da fattori esterni, come i successi ottenuti e le informazioni ricevute dalle persone che lo circondano.
L’autostima è un fattore dinamico che evolve nel tempo e subisce variazioni nel corso della vita; non si nasce con la giusta autostima, ma questa va curata, coltivata e alimentata durante il corso della vita. I bambini piccoli accrescono la loro autostima attraverso ciò che si rendono conto di saper fare e attraverso l’opinione che i genitori hanno di loro.
Secondo William James l’autostima è il rapporto tra il Sé percepito, che è dato dalle conoscenze e percezioni che ognuno ha di se stesso, e il Sé ideale, che è l’immagine che il soggetto vorrebbe essere, le qualità che vorrebbe possedere. L’ampiezza della discrepanza tra come l’individuo si vede e come vorrebbe essere è un segno di quanto si è soddisfatti di se stessi.
Il concetto di autostima non è unitario ma si riferisce a differenti ambiti:
L’autostima influenza l’autoefficacia, cioè la consapevolezza di poter raggiungere obiettivi, influenza il tono dell’umore, le relazioni affettive, in generale, influenza il successo nella vita e le scelte di ogni tipo.
Cosa puoi fare per aumentare la tua autostima!
Fai subito il testi per misurare la tua Autostima. Clicca qui!
3,608 Visite totali, nessuna visita odierna