Senza stress non si vive anzi di più senza stress non esisterebbe il genere umano quindi si vive di stress, esso è essenziale e funzionale alla sopravvivenza perché ha consentito l’adattamento evolutivo dell’uomo. Ogni età, cambiamento, fase dell’esistenza comporta uno stress potenziale: sin dai primi istanti della vita un neonato è stressato per il solo fatto di dover imparare a respirare.
Adattarsi alle sollecitazioni è parte integrante della vita. Ecco perché una piccola dose di stress fa da propulsore, esso infatti aumenta concentrazione, percezione, vigilanza, memoria e apprendimento. Certo che questo dipende da come si vivono gli eventi stressanti.
Ogni agente stressante che colpisce un individuo può provocare due reazioni, una positiva e rigenerativa, una risposta fisiologica, esclusivamente adattativa chiamata eustress che è ad esempio la fatica di chi s’impegna ma realizza qualcosa, ed una negativa, che avviene in condizioni di “discrepanza” tra lo stimolo e la risposta, cioè quando le richieste ambientali vanno oltre le reali capacità dell’individuo di farvi fronte, determinando una maggiore vulnerabilità allo sviluppo di malattie chiamata distress che ad esempio capita a chi va in pensione.
Lo stress è considerato “la risposta biologica aspecifica” del corpo a qualsiasi richiesta ambientale e gli stressor sono i vari tipi di stimoli o agenti che suscitano tale reazione. È detta anche sindrome generale di adattamento, si compone di tre distinte fasi:
- fase di allarme: Durante la fase di allarme si mobilitano le energie difensive, c’è presenza dello stressor, l’individuo riconosce il pericolo insito nello stimolo e avviene una complessa catena di cambiamenti fisici e biochimici che riguardano l’interazione tra cervello, sistema nervoso e numerosi ormoni (innalzamento della frequenza, della pressione cardiaca, della tensione muscolare, meno secrezione salivare, più liberazione di cortisolo).
- Fase di resistenza: Nella fase di resistenza invece, l’organismo tenta di adattarsi alla situazione e gli indici fisiologici tendono a normalizzarsi anche se lo sforzo per raggiungere l’equilibrio è intenso. La durata dipende dall’intensità dello stressor a cui si è sottoposti e da un certo numero di variabili concomitanti. Qui assume un ruolo fondamentale l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene che è caratterizzata dalla messa in atto di un complesso programma sia biologico che comportamentale e che sostiene la risposta allo stressor.
- Fase di esaurimento: Se la condizione stressante continua, oppure risulta troppo intensa, si entra in una fase di esaurimento in cui l’organismo non riesce più a difendersi e la naturale capacità di adattarsi viene a mancare. Si assisterà in questa fase alla comparsa di “malattie dall’adattamento.”
Per quanto riguarda le varie tipologie di stress negli anni 60, Holmes e Rahe hanno messo a punto una scala gerarchica dei vari eventi stressanti che vanno dal più grave, la morte del coniuge, al meno grave, lievi violazioni della legge. Hanno inoltre valutato, secondo il punteggio, la possibilità di ammalarsi. Con oltre 300 punti in 6 mesi il rischio è dell’80%,da 150 a 200 c’ è il rischio del 50% ed è del 30% se i punti sono meno di150.
Morte del coniuge | 100 |
Divorzio | 73 |
Separazione coniugale | 65 |
Condanna alla reclusione | 63 |
Morte di un familiare | 63 |
Malattia | 53 |
Matrimonio | 50 |
Perdita del lavoro | 47 |
Riconciliazione con il coniuge | 45 |
Pensionamento | 45 |
Problemi di salute di un familiare | 44 |
Gravidanza | 40 |
Problemi sessuali | 39 |
Cambiamenti importanti nel lavoro | 39 |
Cambiamento situazione economica | 39 |
Morte di un amico | 37 |
Cambiamento tipo di lavoro | 36 |
Discussioni coniugali | 35 |
Contrarre un grosso debito | 31 |
Impossibilità di restituire un debito | 30 |
Cambiamento di responsabilità | 29 |
Figlio che lascia la casa | 29 |
Successi personali | 28 |
Moglie che inizia o smette di lavorare | 26 |
Frequentare una nuova scuola | 26 |
Lasciare la scuola | 26 |
Cambiamento del tipo di vita | 26 |
Cambiamento abitudini personali | 24 |
Problemi con il datore di lavoro | 23 |
Cambiamenti orari di lavoro | 20 |
Cambiamento di casa, trasloco | 20 |
Cambiamento delle attività sociali | 18 |
Contrarre un piccolo debito | 17 |
Cambiamenti dei ritmi del sonno | 16 |
Cambiamenti abitudini alimentari | 15 |
Vacanze | 12 |
Natale | 12 |
Piccole infrazioni alla legge | 11 |
Lo stress viene vissuto dall’uomo su un piano emotivo e fisico.
Le reazioni emotive sono:
- sensazione di trovarsi sotto pressione;
- tensione, incapacità di rilassarsi;
- sensazione di vuoto mentale;
- paura costante;
- aumento di irritabilità;
- sentimento di conflitto;
- frustrazione e aggressività;
- agitazione crescente, difficoltà di concentrazione;
- maggiore predisposizione al pianto;
- incapacità di prendere decisioni;
- istinto a fuggire o a nascondersi;
- diminuita capacità di provare piacere o di divertirsi.
Le reazioni fisiche allo stress sono:
- tensione muscolare;
- battito cardiaco rapido e irregolare;
- respirazione veloce;
- sudorazione;
- pupille dilatate;
- stato di allarme eccessivo;
- cambiamento dell’appetito;
- debolezza e tremori muscolari;
- bruciori di stomaco;
- disturbi del sonno;
- nervosismo;
- debolezza degli arti;
- mal di testa;
- strani dolori, fitte e spasmi;
- stitichezza o diarrea;
- mal di schiena;
- formicolio ai piedi e alle mani;
- bocca o gola secca.
Cosa puoi fare per ridurre lo Stress!
- Attività fisica. Svolgere attività fisica in modo regolare e moderato, magari in compagnia di altre persone può esserci di aiuto nel ridurre lo stress.
- Alimentazione. Una corretta alimentazione ci aiuta a mantenere uno stato di benessere psicofisico e ci rende quindi più forti quando dobbiamo fronteggiare situazioni stressanti.
- Rilassamento. Lo stress modifica il nostro modo di respirare e rende i nostri muscoli tesi. Grazie alle tecniche di rilassamento potremo imparare a riconoscere questo stato di tensione e a ridurlo nel giro di pochi minuti.
- Gestione del tempo. Ci sentiamo stressati perchè ci sembra di dover fare troppe cose? Il nostro problema potrebbe essere causato da una scorretta gestione del tempo. L’apprendimento di abilità di gestione del tempo ci potrà aiutare a ridurre lo stress.
- Abilità di pianificazione/organizzazione. Essere in grado di stabilire obiettivi specifici e realistici e pianificare come raggiungerli può essere di grande aiuto per ridurre lo stress.Fara tutto con flessibilità.
- Ammorbidire le convinzioni. Forse pensiamo di dover far sempre tutto alla perfezione e di non dover sbagliare mai? Queste e altre convinzioni potrebbero essere la causa del nostro stato di stress. Bisogna riconoscere e modificare queste convinzioni.
- Modificare il dialogo interno. A volte la causa di stress risiede più nel nostro modo di parlarci che nelle situazioni esterne. Se tendiamo a ripeterci spesso frasi negative o ansiogene diventa importante lavorare sul nostro dialogo interno per crearne uno più costruttivo.
- Praticare la consapevolezza. Significa diventare consapevoli anche delle piccole cose che facciamo, come camminare, osservare, parlare, muoversi, stirare, lavare i piatti ecc.. Questa pratica ci aiuta a ridurre lo stress vivendo il momento presente e apprezzando ogni esperienza che la vita ci propone.
- Lavorare sulla propria autostima. In alcuni casi la vita diventa stressante perchè tendiamo a svalorizzare ogni nostro risultato e ci focalizziamo esclusivamente sugli aspetti negativi. Lavorare sull’autostima potrebbe essere indicato in questi casi.
- Adottare uno stile relazionale assertivo. Si tratta di imparare a mediare con gli altri e ad affermare i propri bisogni, ma anche ad ascoltare quelli delle altre persone. Diventare più assertivi permette di ridurre in larga parte lo stress legato ai conflitti relazionali.
- Fermarsi a ridefinire i valori. Per valori intendo, ciò che per noi ha valore. Potremmo infatti renderci conto che, anche se siamo sempre di corsa, non stiamo procedendo nella direzione che vorremmo! Comprendere qual è la direzione verso la quale voglio dirigere la mia vita è il primo passo per agire in modo consapevole.
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